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Bronnie Ware: i 5 rimpianti più grandi di chi sta per morire

Dall’inizio della sua carriera come donna di compagnia e nei successivi anni, Bronnie Ware ha aiutato ed assistito tanti malati terminali e persone anziane che l’hanno stimata sia come professionista che, soprattutto, come persona.

Da queste esperienze ha tratto grandi insegnamenti che ha voluto esprimere al mondo prima attraverso il suo blog, e dopo, tramite il suo libro più famoso intitolato “Vorrei averlo fatto: I cinque rimpianti più grandi”.


Ecco la lista dei 5 rimpianti più grandi che le persone in punto di morte provano secondo Bronnie Ware:


Rimpianto 1: Vorrei aver avuto il coraggio di vivere una vita fedele ai miei princìpi e non quella che gli altri si aspettavano da me

“Non permettere mai a nessuno di impedirti di fare quello che vuoi, Bronnie.”

Viviamo in un mondo fatto di apparenze e di giudizi. Spesso viviamo le nostre vite facendo esattamente ciò che la gente si aspetta da noi o temendo il giudizio degli altri. Il problema di questo modo di vivere sta nel fatto che spesso andiamo contro i nostri princìpi e contro ciò che il nostro cuore ci dice di fare.

Questo è uno dei rimpianti più comuni in assoluto ed è uno dei rimpianti che causa più dolore perché ci si rende contro troppo tardi degli errori commessi.

Quando il tempo inizia a scarseggiare tutto assume un significato diverso. Ciò che prima reputavamo importante, diventa insignificante e ciò che davamo per scontato diventa fondamentale al punto da rimpiangerlo per non averne compreso prima l’importanza.

Cosa significa vivere secondo i propri princìpi? Semplicemente vivere facendo le cose che per voi sono importanti ed evitando di fare le cose che invece vi fanno stare male.

Per esempio, perché continuare a fare un lavoro che odiate? Perché, invece, non provare a realizzare ciò che realmente amate? Perché continuare una relazione che vi fa stare male? Perché, invece, non comprendete che forse è meglio essere soli ma liberi e sereni piuttosto che logorare voi stessi e il partner in una relazione malsana?

Ci sono centinaia di esempi simili. Da Bill Gates all’ultimo povero del mondo, il tempo è uguale per tutti ed ha lo stesso valore per tutti. Sta a noi impiegarlo nel modo migliore possibile per noi stessi.

Se non siete pienamente felici della vostra vita già adesso, e ne siete consapevoli, allora avete l’impagabile possibilità di attuare quei cambiamenti che vi possono rendere felici ora e soprattutto quando il vostro tempo sarà agli sgoccioli (e prima o poi lo sarà per tutti).

Spesso sappiamo cosa dobbiamo fare ma non abbiamo il coraggio di farlo. Abbiamo timore di quello che la gente possa pensare; pensiamo a quello che i nostri parenti o amici possano dire di noi.

Preferiamo l’infelicità di un lavoro monotono o di una relazione distruttiva ed uniformarci a quello che gli altri si aspettano da noi ed evitare così i loro giudizi piuttosto che seguire la nostra felicità.

Esiste una soluzione a tutto questo? Sì, esiste.

Soluzione

Abbiate il coraggio di rispettare e seguire i vostri desideri e i vostri sogni.

Abbiate il coraggio di essere fedeli a voi stessi prima di ogni altra cosa e di vivere come volete voi e non come vogliono o si aspettano gli altri. Abbiate il coraggio di vivere come la persona che volete essere davvero.

Abbiate il coraggio di essere fedeli al vostro cuore.


Rimpianto 2: Vorrei non aver lavorato così tanto

“Ho lavorato troppo e adesso sono un uomo solo che si avvicina alla morte. La cosa peggiore è che sono stato solo per tutto il tempo della pensione, e non avrei dovuto.”

Questo è uno di quei rimpianti difficili da individuare, soprattutto quando si è ancora relativamente giovani ed in salute.

Il lavoro, soprattutto oggi e specie quando è l’unica fonte di sostentamento di una famiglia, ha la priorità su tutto e, purtroppo, su tutti.

Se poi quel lavoro lo si ama, ecco che ci si ritrova a lavorare anche 25 ore al giorno, 8 giorni alla settimana (festivi compresi).

La questione è che passiamo le nostre giornate a fantasticare sul nostro futuro e su ciò che di buono ci aspetta o dando per scontato che abbiamo tempo in abbondanza per fare le cose che amiamo o per trascorrerlo con chi amiamo, senza renderci conto che l’unico momento che abbiamo è quello presente.

Vivere una vita felice significa trovare un equilibrio in tutto le cose: lavoro, famiglia, passioni.

Quando si dedica più tempo ad una cosa piuttosto che un’altra, ecco che l’equilibrio viene meno ed è proprio questo fatto che ci fa rimpiangere di non aver dedicato del tempo prezioso anche alla famiglia o alle nostre passioni.

Immaginate di lavorare 10-15 ore al giorno, immaginate persino di amare il vostro lavoro e di avere anche un discreto successo.

Ora immaginate di non avere più la possibilità di godere della presenza di vostra/o moglie/marito/madre/padre/nonna/nonno (o le persone che amate, chiunque esse siano).

Come vi sentireste pensando al fatto che avete dedicato gran parte della vostra vita al lavoro senza aver potuto apprezzare del tempo con le persone che amate? Non bene, vero?

Viviamo in un’epoca in cui la corsa al successo e alla cose materiali è lo standard e rappresenta il nostro status.

Anche se non vi è nulla di male nel volere una vita migliore, ed anzi, è una cosa assolutamente positiva, non bisogna dimenticare che la vita stessa è fatta anche di altre cose a cui bisogna dare la stessa dedizione.

Che sia la vostra famiglia o le vostre passioni, non dovete commettere l’errore di focalizzarvi solo su un singolo aspetto (ad esempio il lavoro) ma cercare in tutti i modi di ricreare quell’equilibrio di cui si parlava in precedenza.

È tutta qui la felicità: una questione di equilibrio.

Soluzione

Fate in modo di non arrivare a rammaricarvi di aver lavorato troppo.

Anche se amate il vostro lavoro e siete convinti che non vi pentirete della vita che state facendo, non commettete questo errore.

Non c’è nulla di male e di sbagliato ad amare ciò che si fa, ma ricordate sempre che nella vita ci sono altre cose a cui dare la stessa importanza.

Se poi quel lavoro non lo amate proprio allora la questione diventa ancora più importante.

Ricordate sempre di mantenere l’equilibrio tra il vostro lavoro, la vostra famiglia e le vostre passioni.

Se ci riuscirete, alla fine dei vostri giorni sarete soddisfatti della vita che avrete avuto, senza provare rimpianti in questo senso.


Rimpianto 3: Vorrei avere avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti

“Avevo troppa paura di mostrare i miei sentimenti. Così non ho fatto altro che lavorare mettendo una distanza tra la mia famiglia e me. Non meritavano di restare tanto soli. Adesso vorrei che sapessero chi sono veramente.”

L’incapacità di esprimere i propri sentimenti nei confronti delle persone che amiamo è uno dei peggiori mali del nostro tempo.

Spesso si ha paura di aprirsi e di essere sinceri e questa paura è dovuta al dolore che può derivare dalla nostra onestà (anche se questo fosse provocato solo dal semplice imbarazzo).

Il problema è che le stesse barriere che innalziamo per difenderci da questo dolore sono le stesse che impediscono a chi abbiamo difronte di vedere chi siamo realmente e di apprezzarci.

Crescendo abbiamo perso la capacità di essere sinceri, onesti e puri. Se ci pensate, i bambini hanno la capacità di esprimere i propri sentimenti in maniera limpida e diretta.

Non hanno meccanismi interni di repressione dei sentimenti è questo facilità loro le comunicazioni interpersonali, specie con gli adulti. Se son felici, ridono, se son tristi, piangono, se sono “innamorati” lo dicono e lo esprimono senza paure o freni. Da adulti, poi, tutto cambia.

Tutte le cose che ci avevano caratterizzato da bambini, come la sincerità, la purezza e la trasparenza, vengono perse per strada e ci ritroviamo soli e separati gli uni dagli altri.

La paura del dolore, di un rifiuto, del giudizio, ci fa innalzare questi muri che ci allontanano dagli altri e che allontanano gli altri da noi. Il problema è che ci fanno perdere una fetta preziosissima della nostra vita.

Siamo esseri emozionali e come tali una repressione continua e costante dei nostri sentimenti non fa altro che renderci persone infelici.

Tuttavia, anche questo rimpianto si può evitare con una certa dose di coraggio.

Soluzione

Decidete di essere coraggiosi e di esprimere i vostri sentimenti. Nessuno ha detto che sarebbe stato facile ma ne varrà la pena.

Che sia dire a vostra madre che le volete bene e abbracciarla o dichiararvi alla persona che vi piace, l’esprimere i vostri sentimenti vi farà uscire dalla vostra zona di comfort e sarete in grado di farvi apprezzare maggiormente per quello che siete davvero in quanto abbatterete i vostri muri e le persone finalmente potranno vedere la persona speciale e meravigliosa che siete.


Rimpianto 4: Vorrei essere rimasto in contatto con i miei amici

“La cosa che mi manca più di tutte sono le mie amicizie. Alcuni sono morti. Altri sono in situazioni come la mia. Con altri ancora ho perso i contatti. Vorrei non averlo fatto. Pensi che gli amici ci saranno sempre. Ma la vita va avanti e improvvisamente ti ritrovi senza più nessuno al mondo che ti capisca o che sappia qualcosa della tua storia.”

Ecco un altro rimpianto molto comune e non è un caso che lo sia.

Siamo animali sociali e questo nostro istinto ci porta a sviluppare costantemente relazioni sociali o comunque ci porta a desiderare un confronto con le altre persone, anche al solo fine di passare il tempo.

La solitudine è un altro grande male del nostro tempo. Un amico (vero) è probabilmente la persona che più ti può aiutare e supportare nella vita.

Un amico è l’unico che può capire come ti senti (o quantomeno avvicinarsi a capirlo) poiché è con il tuo amico che ti puoi aprire senza avere la paura di essere giudicato.

È quello che fa un vero amico: ti ascolta, ti aiuta e ti supporta.

In precedenza abbiamo parlato di equilibri e anche l’amicizia ne fa parte. Avere delle persone con cui confrontarci, con cui uscire, con cui condividere sentimenti ed emozioni è una delle cose più belle che si possano provare.

Gli amici (quelli veri) sono gli unici che ti possono capire davvero.

Se ci pensate ogni fascia di età ha le sue amicizie importanti: ci sono gli amici d’infanzia, quelli del periodo (pre)adolescenziale, quelli della maturità, persino gli amici della terza età. Ogni età ha la sua cerchia di amicizie che purtroppo perdiamo.

Quanti di voi possono dire di essere rimasti in contatto con gli amici di infanzia? Probabilmente molto pochi.

Si cresce insieme, si cambia, si vivono storie e avventure con cui si potrebbero scrivere romanzi interi e poi, ad un certo punto le strade si dividono. Ci si lascia, il tempo passa e ci si scorda del tempo passato insieme.

Ma non tutto è perduto

Soluzione

Riallacciate i vecchi rapporti di amicizia. Ormai, nell’era di Internet e Facebook è facile ritrovarsi.

Mandate quel messaggio oggi stesso, inviate una richiesta di amicizia su Facebook ad un amico di vecchia data che non sentite da tempo. Fate sentire la vostra presenza.

Anche solo una chiacchierata può farvi riprovare le vecchie emozioni che avete provato insieme.

Superate l’imbarazzo, buttatevi e scoprirete quanto è bello poter condividere nuovi momenti con gli amici più cari.


Rimpianto 5: Vorrei aver permesso a me stesso/a di essere più felice

“Ogni giorno è un dono adesso, sai. È sempre stato così, ma solo ora ho rallentato il ritmo abbastanza da riuscire a scorgere l’enorme bellezza che ogni giorno ci offre. Possiamo dare così tante cose per scontate.”

I rimpianti esaminati fin qui hanno a che fare con il lavoro, l’amicizia, l’amore per se stessi, i propri sentimenti. Questo rimpianto racchiude un po’ i precedenti. Si parla di felicità.

Per quanto sia incredibile, anche la felicità è uno stato mentale e sta a noi sceglierla giorno dopo giorno. Spesso siamo noi stessi ad incatenarci e a privarci della felicità.

Possiamo scegliere ogni giorno di essere felici e di agire come se lo fossimo. In realtà possiamo essere tutto quello che desideriamo se ci diamo la possibilità di esserlo.

Non lasciamoci incatenare dalle opinioni altrui, non lasciamoci influenzare da quello che la gente può pensare di noi.

Se permettiamo a noi stessi di essere felici l’intero universo si trasformerà per riflettere questo nostro stato d’animo e così inizieremo ad attrarre cose, persone e situazioni che confermeranno ciò che pensiamo di noi. Non è magia, è fisica! Già, ma come essere più felici? Possiamo iniziare a sentirci più felici sentendoci più grati.

La gratitudine, se praticata tutti i giorni e, magari, per il resto della vita, è una forza molto potente. In genere ci focalizziamo sul volere sempre di più dalla vita: più soldi, più relazioni, più cose…

Ma se questo può essere considerato un modo per spronarci ad avanzare, potrebbe, sul lungo termine, rivelarsi controproducente se non c’è una forza uguale e contraria a fare da equilibrio.

Quella forza è la gratitudine. Apprezzare ciò che già abbiamo è la cosa più importante da fare. Apprezzare ogni singolo nuovo giorno su questa terra, apprezzare il momento presente (l’unico vero momento che esiste), apprezzare le cose che abbiamo, anche quelle più piccole, come una penna o l’acqua calda, ci consente di focalizzarci sull’abbondanza che già possediamo.

La società ci ha insegnato a focalizzarci sulla scarsità al fine di volere sempre di più e quindi di consumare e spendere sempre di più, con il risultato che le cose che abbiamo non si apprezzano e ci sentiamo sempre vuoti e in attesa di qualcosa.

La gratitudine spazza via questa illusione ampliando il nostro senso della vita e di abbondanza. Se provate e manifestate gratitudine riceverete sempre cose di cui essere grati.

La maggior parte di noi non si rende conto delle fortune che ha sotto mano.

Basiamo il nostro lavoro, le nostre relazioni, i nostri progetti, sempre sugli degli obiettivi da raggiungere dimenticandoci che è più importante il processo, è più importante il viaggio che la meta.

La gratitudine ci consente di focalizzarci sul viaggio e di godere pienamente della vita e di tutte le cose che ci vengono concesse.

Soluzione

Iniziate tenendo un diario della gratitudine in cui appuntarvi, ogni giorno, tutto ciò di cui essere grati.

Iniziate con cose piccole, come il fatto di potervi alzare e prendere un bel caffè, oppure la penna che utilizzate per scrivere o il sole che sorge ogni giorno.

Qualunque cosa va bene, purché ne troviate sempre di nuove.

Iniziate ad apprezzare le cose anche mentre si verificano.

Ogni volta che intuite di aver ricevuto un dono, per quanto piccolo o banale possa sembrare, recitate mentalmente una piccola preghiera di ringraziamento.

Questo esercizio nel tempo darà grossi risultati ed avrà un impatto enormemente positivo sul vostro benessere.

Questo nuovo stato vi condurrà verso persone e situazioni nuove che non faranno altro che confermare la vostra gratitudine.


Conclusioni

La cosa bella è che quanto più continuavo a sistemarmi e a crescere, ad accettare di meritare tutto quello che arrivava sul mio cammino, più facilmente le situazioni continuavano a manifestarsi. Bronnie Ware

Perché le persone in punto di morte hanno questi rimpianti?

La questione è che la società odierna, specie quella occidentale, non è preparata alla morte. Questo volerla ignorare costantemente ci illude di avere tempo per tutto e tutti ma non è così.

Ecco perché la maggior parte delle persone che si ritrovano in un letto, pronte per passar a miglior vita, hanno dei rimpianti.


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